in subjective

In Subjective is a collection of images about the Islamic woman and the hijab in today's Europe as a symbol of modernity. It represents Islamic identity and its presence in public spheres. The hijab affirms public belonging to Islam, represents a link between subjectivity' and public space, and a style. The veil according to its shape, material and the way it wraps the head proposes a clear sign of identity while highlighting the Muslim woman. In this work, the possible religious connotation is left out and the indicator of modesty and belonging to another culture is favored. The hijab is thus read as an indicator of a modernity different from that of the West and also as a symbol of young, educated, fashion-conscious women who aim to claim compatibility between Islam and modernity. Body and subjectivity' are in harmony rather than in conflict.

Women in these photographs become protagonists for the construction of a narrative aiming social relations through bodily practices in social space. The hijab draws the threshold between public and private, licit and illicit, body and imaginary. In these images of faceless women, anonymity becomes central to the investigation of a new subjectivity' that manifests a different body politics, and the limits that should underlie social and gender relations.

Bibliografia Ruba Salih (2015) Musulmane Rivelate, Wadud Muskin (1992) Qu’ran and Woman, (1992) Women Gender in Islm Historical Roots of a Modern Debate, Yale University London Christiansen (2003) Women’s Islamicc Activism, New Brunswick, Gole N, Islam in Public Turkey, Iran and Europe, (1988) Duval, New Veils New Voices, Azmeh A (2007) Islam in Europe Diversity, Identity and Influence.

in subjective (italian)

In Subjective è una collezione d’immagini che racconta la donna islamica e l’hijab nell’Europa di oggi come simbolo di modernità. Rappresenta l’identità islamica e la sua presenza nelle sfere pubbliche. L’hijab afferma l’appartenenza pubblica al Islam, rappresenta un legame tra soggettività’ e spazio pubblico e uno stile. Il velo secondo la forma, il materiale e il modo come avvolge la testa propone un chiaro segno d’identità e nel contempo mette in luce la donna musulmana. In questo lavoro si tralascia la possibile connotazione religiosa e si privilegia l’indicatore di modestia e appartenenza a una cultura altra. L’hijab viene letto quindi come indicatore di una modernità diversa da quella occidentale e anche come simbolo delle donne giovani e istruite, attente alla moda che mirano a rivendicare la compatibilità fra Islam e modernità. Corpo e soggettività’ sono in armonia piuttosto che in conflitto.

La donna in queste fotografie diventa protagonista per la costruzione di una narrativa mirante i rapporti sociali attraverso pratiche corporee nello spazio sociale. L’hijab traccia la soglia tra pubblico e privato, lecito e illecito, corpo e imaginario. In queste immagini di donne prive di volto, l’anonimato diventa centrale nell’indagine di una nuova soggettività’ che manifesta una diversa politica del corpo, e i limiti che dovrebbero essistere alla base dei rapporti sociali e di genere.